
Il bello di questo libretto delizioso sta nel fatto che ciò che viene raccontato è tutto vero, un racconto di vita romantico e malinconico, in una miscela davvero divertente, di leggerezza e di apprezzabile innocenza dello sguardo.
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Giulio Einaudi |
Il gioco di contrasti segna tutta la vicenda: il sig. Fiorino è un immigrato meridionale a Torino negli anni in cui l’orgogliosa ex capitale sabauda non era tenera con chi arrivava dal sud: troppe differenze, troppe diffidenze, troppe incomprensioni. Impiegato in Einaudi diventa l’autista personale del “Dottore”, un uomo che si rivelerà molto diverso dai farseschi mega direttori galattici di fantozziana memoria. E’ l’inizio di un rapporto ultra decennale in cui si realizza un’inaspettata sintonia. Ciascuno porta con sé un mondo lontanissimo da quello dell’altro, quasi un gioco di opposti: il nord vs il sud; la cultura vs l’ignoranza di chi non ha potuto studiare granché; la ricchezza vs la fatica di sopravvivere di chi (specie nei primi anni da immigrato al nord) deve lottare ogni giorno senza lesinare sacrifici e rinunce; l’introversione vs la calda espansività. Separano i protagonisti marcatissime distanze: di censo, di posizione sociale, di posizione gerarchica sul lavoro, di prospettiva, di relazioni, di consuetudini, di svaghi, di problemi, di possibilità; tuttavia condividono la breve solitudine dei lunghi viaggi in auto, una convivenza forzata e per certi versi innaturale, in uno spazio ristretto. Una parte delle loro vite così diverse trascorre qiuindi insieme, un’occasione di confronto, di ascolto reciproco che produce stupori nei protagonisti e qualche tenerezza nei lettori.
Una storia vera, deliziosa e divertente, tanto piena di spunti che potrebbe sembrare inventata, quasi una fiaba; la storia di un’amicizia che vede nell’autore il testimone orgoglioso e malinconico di un mondo per lui scomparso insieme a Einaudi. Chiudendo la presentazione del libro è lo stesso Mimmo a spiegare quasi con queste stesse parole “io ero orgoglioso di lavorare in Einaudi. Anche se facevo solo l’autista, mi sentivo parte di qualcosa di buono e di grande. Ora tutto è cambiato”.
Il padre della Sabrina del celebre film del 1954 con Audrey Hepburn e Humprey Bogart insegnava alla figlia di non dimenticare mai che la vita è come l’automobile ci sono i posti davanti e quelli dietro, che separano i signori dalle altre persone; la storia di Mimmo autista di Giulio Einaudi dimostra che un contatto tra i due mondi è possibile e proficuo per entrambe le parti anche fuori dalle finzioni cinematografiche.
[ Alla guida dell’Einaudi / Mimmo Fiorino / Mondadori ]
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