Lovecraft come noto scrisse numerosi racconti dell’orrore, un orrore non sguaiato o giocato sulle descrizioni scioccanti di tipo splatter (all’epoca si sarebbe detto in stile Grand Guignol) e lontano dai cliché pulp della narrativa commercial-popolare; la firma del misantropo di Providence appare negli abissi dell’irrappresentabile e dell’indicibile (l’orrore vero infatti non è verbalizzabile) insieme al leitmotiv onirico e alla tematica ultramondana con il suo pantheon di infami divinità.
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Howard Philips Lovecraft |
Il volume di oltre 500 pagine è davvero interessante, una miniera per chi ha abbia letto Lovecraft e voglia approfondire: vi si possono trovare teorizzazioni di stile e indicazioni di metodo, rassegne critiche della letteratura fantastica redatte dallo stesso Lovecraft, il tutto arricchito dalle prefazioni dello stesso Turris e dell’immancabile S.T.Joshi (il massimo studioso di Lovecraft, celebre per avere attestato la versione definitiva e autentica dei testi originali che contenevano nelle prime pubblicazioni migliaia di errori).
Segnaliamo l’intrigante “Bibliografia” de “Il sovrannaturale nella letteratura” curata da Claudio De Nardi che consente di rintracciare le varie opere citate da Lovecraft nei suoi escurs critici.
Concludiamo con le parole dello stesso Lovecraft che nel 1930 in una lettera del 1930 affermò la convinzione che:”il modo migliore di descrivere l’orrore consista nel suggerirlo. il fondamento del vero orrore cosmico risiede nella violazione dell’ordine naturale, e le violazioni più sconvolgenti sono sempre le meno concrete e le più difficili da descrivere”.
[ Teoria dell’orrore - Tutti gli scritti critici / H.P. Lovecraft (a cura di De Turris) / Bietti ]
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